LA NATURA | NELL'ARTE
“Nature knows no pause”
Da sempre la natura, con il suo carattere misterioso e affascinante, è stata fonte di ispirazione per l'uomo e per la sua arte, dai primi graffiti rinvenuti nelle caverne ai grandi pittori del XIX secolo.
- L'arte greca
Nell'arte minoica gli artisti rappresentavano la natura, della quale l'uomo era elemento importante.
Nella Grecia arcaica l'uomo diventa protagonista assoluto da cui la natura e gli elementi sono a lui subordinati. Da questo concetto perfino gli Dei assumono figure umane. L'antropomorfismo è nel culmine del suo splendore in questo periodo. Gli elementi naturalisti appaiono solo in funzione dell'uomo. La vita è per i Greci un valore in sé concluso: ciò induce gli artisti a elidere alcuni aspetti come la morte o la vecchiaia.
L'opera divina
Caspar David Friedrich fu il primo pittore tedesco ad entrare nel pieno clima del "romanticismo".
Famosi sono i suoi paesaggi immensi caratterizzati dall'assenza quasi totale della figura umana, nei casi in cui l'uomo è presente viene sempre rappresentato di spalle e di dimensioni piccole rispetto al contesto.
Friedrich considerava il paesaggio naturale un’opera divina e le sue raffigurazioni ritraevano sempre momenti particolari come l’alba, il tramonto o frangenti di una tempesta.
Il paesaggio era visto come uno sfondo ideale per proiettare il proprio mondo interiore, pervaso da un senso di malinconia, solitudine e inadeguatezza.
Questi paesaggi di Friedrich non sono solo una rappresentazione dello spettacolo della natura, ma servono anche ad evidenziare quanto sia piccolo l’uomo al confronto con la natura stessa.

Nel dipinto Il mare di ghiaccio (conosciuto anche come “Il naufragio della speranza”) Friedrich tratta uno dei temi di maggior rilievo: il naufragio come simbolo della condizione dell'uomo in balia del destino.
Il quadro prende spunto da un fatto di cronaca, la fallita spedizione al Polo Nord delle navi Hecla e Gripper di Sir William Parry; rappresenta un iceberg spezzato che ha inghiottito una nave, di cui si intravede solo la poppa.
In tutte queste opere l’intento di Friedrich è comunque sempre mettere in risalto quanto poco conti l’essere umano di fronte alla volontà della natura, quanto questa possa essere madre o matrigna, ma in entrambi i casi l’uomo non può fare altro che accettare i suoi voleri.
Le lastre di ghiaccio, mescolate con i detriti della nave, sembrano erigere un monumento alla forza della natura.
An plain air
"Forse devo ai fiori se sono diventato pittore."
La natura in Monet, padre dell'impressionismo, è riuscita a creare forti emozioni e suggestioni, dove l'artista fu capace di renderne perfettamente la serenità e la bellezza.
Gli artisti impressionisti cercavano di rendere l’esatta emozione ed impressione visiva della realtà sulla tela. Per questo spesso prediligevano lo studio dal vero e an plain air . Dipingere all’aperto permetteva di creare quadri in breve tempo e di osservare, cercando di restituirle sulla tela, le sfumature generate dalla luce, le emozioni e le sensazioni provate nelle diverse condizioni di luce e di clima.
La pittura di Monet, come quella di tutti gli impressionisti, non mira alla realtà, ma alle sensazioni individuali e quindi è quanto di più lontano rispetto al realismo sia inteso come espressione della cruda realtà che di sublime bellezza.

I paesaggi naturali sono i protagonisti indiscussi nelle sue numerose tele; la sua fu una vera a propria ossessione per la luce e i suoi effetti sul panorama.
Monet ha fatto della natura il suo atelier, fatto di papaveri, prati, alberi, nebbia, sole, vento e colore.
Per lui, tutto ciò che si dipinge sul luogo ha sempre una forza che non si ritrova più in un atelier, questa sua forte convinzione valeva con qualsiasi condizione climatica.
Con lui si ha un vero e proprio rovesciamento dei concetti della pittura paesaggistica che non è più natura dipinta ma diventa espressione dell'esperienza interiore.
- Hokusai
Quando si parla di legame fra Arte e Natura, per il Giappone, viene subito alla mente la rappresentazione de’ La Grande Onda di Hokusai, che riuscì a influenzare generazioni di artisti dagli impressionisti in poi.
Quello che stupì fu la rappresentazione e la concentrazione che venne riservata ad un fenomeno naturale, nell'apice della sua potenza, in contrapposizione con la fragilità umana.

L’elemento naturale è protagonista indiscusso dell’Arte Giapponese, fin da tempi immemori, poiché manifestazione degli Spiriti che in esso albergano.
Per la filosofia Taoista le montagne del Giappone rappresentano la forza e l’onnipotenza; esse si alzano, come le onde, lontane e imponenti, per ricordarci come siamo piccoli e fragili di fronte alla natura. L’arte delle sue pitture parla da sola, le sue opere ci trasmettono la serenità e la semplicità di un uomo che considerava giusto rappresentare la natura del suo paese come un’opera di monumentale bellezza.
La natura come espressione di una vita inquieta e tragica.
"Non bisogna copiare la natura, ma conoscerla in modo che il risultato sia fresco e autentico”
Vincent Van Gogh veniva considerato "lo strano del villaggio" quando lo si vedeva, con il suo cavalletto, camminare per il paese.
Per lui passeggiare immerso nella natura significava creare un legame con la natura stessa.
"Continua sempre a camminare e ad amare la natura, perché è questo il vero modo per imparare ad amare l’arte sempre meglio. I pittori comprendono la natura e la amano e “ci insegnano a vedere”.
Per guardare bene la natura occorreva, per Vincent, avere la giusta sensibilità: senza sensibilità artistica non si può cogliere la poesia della natura.
L’artista olandese era estremamente attratto dalla condizione dei contadini, dei tessitori, dei minatori con i quali viveva a stretto contatto e, con la sua arte, raccontarne il dolore, dignitosa sofferenza e la capacità di sopportazione.
«saper soffrire senza lamentarsi, questa è la sola pratica, questa la grande scienza, la lezione da apprendere, la soluzione al problema della vita».

Qualcosa di nuovo è nato con Van Gogh, qualcosa che nessuno prima di lui era riuscito a fare. Osservare un suo paesaggio, dipinto in una delle sue tante tele, con cipressi monumentali, campi di grano o distese di fiori è l'equivalente di entrare nell'intimo della sua esistenza segnata dal tragico.«E’ dovere del pittore essere completamente preso dalla natura e usare tutta la sua intelligenza nel suo lavoro per esprimere ciò che sente, di modo che la sua opera possa divenire intellegibile agli altri». «Non è il linguaggio dei pittori, ma quello della natura che bisogna ascoltare».
Fabiana Ponte
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