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L'IDENTITÀ CULTURALE DEL POPOLO DEL MARE | ARTE E ATTUALITÀ

Del periodo in cui ho vissuto a Valencia niente mi è rimasto più impresso del Cabanyal (Cabañal in castigliano), il quartiere gitano a due passi dal mare. Trovandocisi in mezzo, si ha l’illusione di essere fuori dal tempo, in un luogo dove tradizione e storia permeano ogni angolo e ogni vicolo.



Originariamente nato come un villaggio di capanne (cabañas, da cui deriva il nome attuale) e poi diventato un borgo di pescatori sotto il nome di Pueblo Nuevo del Mar, oggi il Cabanyal è casa di una fervente comunità gitana, artefice di quel pullulio culturale un po’ bohémien che tanto ci affascina. Non è affatto raro imbattersi in gruppi che celebrano la loro cultura con spettacoli di flamenco e canti tradizionali per le strade.



Ma cosa rende caratteristico questo quartiere?

Ad ipnotizzare i visitatori sono sia i colori brillanti delle piccole e strette casette a schiera, sia i mosaici e le piastrelle – azulejos – decorate con motivi tipici dell’art nouveau, che rivestono ogni facciata e conservano la suggestione di tempi ormai lontani.



E non è tutto! Il Cabañal è anche celebre per le sue numerose opere di street art. Hyuro, Iris Serrano, Julieta XLF, Lula Goce sono solo alcuni dei nomi degli artisti che usando queste pareti rovinate dalla salsedine come loro tela, hanno voluto trasmettere un messaggio. Molte di queste opere hanno carattere di rivendicazione identitaria: nello specifico riguardano le proteste contro il dibattuto progetto da parte del consiglio locale di demolire il quartiere, progetto fortunatamente mai approvato.


L’artista argentina Hyuro ha deciso di collocare la sua opera sulla prima casa che sarebbe stata demolita se il progetto fosse stato realizzato. Quella che vediamo è una riproduzione in miniatura della casa stessa: questa personifica il parente caro deceduto circondato da tre donne che, in lutto, si stanno asciugando le lacrime con tovaglioli e grembiuli.



Non è meno significativo il motto Som marea, som la revolució necessària – siamo la marea, siamo la rivoluzione necessaria – che completa il murale di Iris Serrano, inizialmente dedicato alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e poi adottato come simbolo della resistenza del Cabanyal. Le chiome variopinte non sono altro che le onde del mare, e il loro intrecciarsi simboleggia l’unione degli abitanti del vecchio villaggio marinaro contro la volontà di eradicare l’identità culturale del quartiere storico.



Il Cabanyal è un punto di contatto tra il moderno e l’antico, tra la frenesia della metropoli e la semplicità di uno stile di vita legato alla tradizione. Questi edifici racchiudono il ricordo di un popolo che è riuscito a creare la bellezza in un contesto povero e inospitale, rendendolo un connubio di storie di vita, amore per il mare e un inscalfibile spirito identitario.



 

Articolo di Noemi Pagliardini



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