GIADA ARIOLDI
Bergamo, 1992 nasce Giada Tanja Arioldi. Dopo aver conseguito la maturità presso il Liceo Scientifico Giovanni Maironi, decide di iscriversi alla facoltà di Scenografia e Arte Drammatica alla L.A.B.A. - Libera Accademia di Belle Arti di Brescia, per approfondire la sua passione legata al mondo del teatro, degli eventi live e delle arti visive, ottenendo il Diploma di Primo Livello nell’ottobre 2014
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Dato il suo legame con l’ambiente musicale e il forte interesse per la fotografia, nel 2013 inizia a collaborare come fotografa di eventi live con diverse webzine e vari festival in tutta la zona lombarda, come ad esempio il Filagosto Festival, uno delle più importanti rassegne estive della provincia bergamasca, di cui è anche fotografa ufficiale dal 2016.
Il suo obiettivo è quello di provare a trasmettere, sul piano visivo, tutte le emozioni che la musica live è in grado di trasmettere cercando, quindi, di andare oltre il semplice reportage fotografico dell’evento.
In Between
Chitarre distorte, condivisione, intensità, famiglia, sudore, backstage, canzoni che urlano la vita. Tutto questo è un live dei Fast Animals and Slow Kids. Questo è il racconto di In Between.
Una piccola selezione di scatti che racconta in modo personale e soggettivo tutta l’atmosfera che si respira durante i concerti di musica live.
Dopo aver maturato uno spiccato interesse anche per le arti multimediali ed i nuovi media, nel 2017 decide di iscriversi al corso di Nuove Tecnologie per l’Arte presso l’Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo, dove attualmente frequenta il secondo anno.
X [is] human or is this just another way to failure?
Allo stato attuale, l’utilizzo della tecnologia in ogni ambito vitale ha portato la società a sviluppare una condizione di superamento dell’uomo, una sorta di post-umano: cosa succederebbe, dunque, se ci fosse una continua evoluzione tecnologica tale da raggiungere il fatidico 100% e, di conseguenza, un funzionamento di questo nuovo (non) essere umano 24 ore su 24? Per rispondere a questa domanda, Giada, ha deciso di trattare la questione come un concetto matematico/scientifico, creando una proporzione che metta in relazione questo continuo e inesorabile andamento verso il post-tecnologico e l’aspetto post-umano.
Il risultato è paradossale! Consisterebbe nel ritorno ad una condizione umana e, quindi, l’esatto opposto del fatidico 100%.
Ma come è realizzato questo concetto? Lo sviluppo di tale formula è stampato su un rotolo plotter in modo da creare quasi un flusso continuo, l’illusione del 100%, nonostante il risultato dell’analisi matematica conduca al risultato opposto. Sulla stampa del plotter vengono poi proiettate in loop delle scene estratte da film che, in qualche modo, hanno a che fare con il superamento dell’uomo (“Her, “Ex Machina”, “Blade Runner”, “Matrix”, “Gattaca”,...).
Questo ha come scopo di creare un contrasto visivo tra l’andamento continuo del loop e, quindi, questo tentativo di raggiungere un andamento infinito, e il disturbo dato dalla formula che appare in sottofondo, che annulla questo effetto, quasi a voler dimostrare che in realtà il funzionamento continuo e totale non può che ricadere su se stesso.
[Can you] find the human being [?]
Ha senso parlare di corpo in un’era di automi? È necessario un ritorno all’umanità?
Una riflessione sul rapporto tra corpo e tempo come flusso di eventi in un futuro post tecnologico. Una serie di fotografie e manipolazioni atte a esprimere una probabile evoluzione del corpo, inteso come involucro di umanità, un corpo che ora è debole e vulnerabile, ma anche culla di un’inevitabile trasformazione di un futuro nemmeno troppo lontano.
Una nuova (non) umanità che deve ritrovare se stessa(?)
https://www.behance.net/giadaarioldi
Fabiana Ponte